Zio Clive e le sue creature

                                              di Stefano Guida

Sir Clive Sinclair, ovvero  l'ideatore  dello  Spectrum  e  di
tutte le macchine marchiate Sinclair e Cambridge Computers, e'
sempre stato un personaggio fuori dal comune.
Qualcuno  lo definisce un inventore pazzo, altri semplicemente
un genio;  qualcuno lo critica per  alcune scelte fatte, altri
lo considerano quasi un mito.
Di  sicuro le sue  invenzioni sono sempre  state particolari e
sono  sempre uscite dal comune  a cominciare dai radio-orologi
ai  tricicli elettrici o come l'ultimissima sua invenzione: la
radiospilla in onde medie (!!!).
Tutto quello che e' stato prodotto  c'e'  ha sempre  avuto  un
design  molto avvenieristico  a cominciare  dalle calcolatrici
Sinclair Cambridge.
Si parla di fine anni 70 quando ancora le calcolatrici (chi si
ricorda la Olivetti  che sembrava  una macchina  da scrivere?)
erano  ingombranti e con poche funzioni e i risultati venivano
stampati  su carta...  Beh.. Clive  Sinclair (detto  anche zio
Clive o "uncle  Clive") creo'  una calcolatrice  portatile con
display a led il cui design e' sicuramente attuale! E che dire
dell'orologio a  display  con  tanto  di  radio  fm  digitale?
Ricordo che all'epoca gli orologi conosciuti erano solo quelli
a lancette...
Cosi' pure la televisione portatile...  Ricordo che  in quegli
anni era  gia' tanto se qualcuno aveva un 14 pollici Minerva o
Brionvega bianco e nero in  salotto... C'e'  da dire  che come
tutti  gli "inventori" si puo' ottenere un successo strepitoso
con  un prodotto ma a  volte si rischia di  fare dei flop. Sir
Clive purtroppo conosce entrambe queste facce della medaglia.
La sua vera  epopea  inizio'  nel  "lontano"  1980  dopo  aver
prodotto i piccoli  oggetti  descritti  sopra  che  ebbero  un
parziale successo  forse per il prezzo  degli stessi... Lo zio
Clive decise cosi' di buttarsi sul  campo informatico e di qui
la sua prima creazione: lo ZX80.
Ricordo che in  quegli  anni  i  computer  erano  grossi  come
armadi,  leggevano bobine con nastri magnetici o peggio ancora
schede perforate.
Beh... lo ZX80  fu il  primo vero  home computer  che chiunque
poteva  permettersi, di  dimensioni davvero  modeste e  che si
poteva far  stare a casa. Veniamo  al prodotto: sembra davvero
incredibile ma il primo  home computer  della storia  era gia'
miniaturizzato al massimo:  solo 21.9cm  x 17.5cm  x 4  cm. La
tastiera era a sfioramento  (!!!!) (in  realta' non  proprio a
sfioramento ma  quasi)  e  a  quell'epoca  sembrava  di  avere
davvero un prodotto da Star  Trek!!!  Per  non  parlare  della
semplicita' dell'oggetto:  per   usarlo   bastava   avere   un
televisore e  un registratore a cassette  (e all'epoca chi non
aveva almeno queste  cose? e' come parlare  di pc  e cellulari
oggi).   Caratteristiche   tecniche    del    prodotto:    una
"potentissima"  (si fa per dire) cpu Z80 della Zilog a ben 3.5
Mhz che  gestiva  tutto:  dalla  tastiera  al  video!  (povera
cpu...) Quando si premeva un tasto, lo schermo improvvisamente
per una  frazione di  secondo diventava  tutto bianco!  Lo Z80
ricordo  che   era  una  delle  CPU   piu'  potenti  e  veloci
dell'epoca:  di sicuro la  piu' diffusa e  documentata (un po'
come la Intel di adesso).
Modalita' grafica in  bianco e nero a  carattere ma  con l'uso
dell'assembler  era possibile  gestire una  "alta risoluzione"
grafica e addirittura era possibile  emulare una  tonalita' di
grigio  (!!) alternando velocemente pixel bianchi e neri (roba
da rovinarsi la vista!). I caratteri inoltre erano disponibili
solo in modalita' maiuscola La macchinetta era equipaggiata di
"ben" 1K di RAM e 4 K di rom.
Era  dotata di un  compilatore BASIC davvero  veloce e robusto
che,  grazie all'ausilio dei "token"  (che vennero usati anche
dalle  macchine  successive),   era   impossibile   commettere
l'errore  di "Syntax  Error". Inoltre  tramite i  token veniva
risparmiata  memoria dal momento  in cui i  comandi per intero
erano considerati parte del set ASCII.
L'anno successivo fu la  volta  dello  ZX81  che  ricalco'  il
precedente  successo dello  ZX80: un  design nero  ancora piu'
avvenieristico,  lineare e sottile che fa sembrare il computer
davvero ancora  attuale! La  ram poteva  essere espansa  a 16k
(!!!) e  la rom  maggiorata a  8K. Venne  aggiunto un  paio di
istruzioni in piu' per controllare la velocita' del processore
(se non  ricordo male...). La macchina  era compatibile con la
precedente ZX80.
L'anno  successivo ancora Clive decise di dare un taglio netto
col passato e il  nuovo  ZX82  chiamato  ZX  Spectrum  fu  una
macchina di tutto rispetto. 16K  di  RAM  espandibili  a  48K,
risoluzione  grafica reale con 8  colori brillanti e attributo
"bright" in modo  da averne  15. Fu  migliorata la  routine di
gestione LOAD e  SAVE, dei  calcoli e  anche il  Basic stesso.
Venne aggiunto  l'UDG (user  defined graphics)  che permetteva
all'utente con estrema semplicita' di  creare  dei  "caratteri
grafici".
La tastiera coi  tasti  gommosi,  le  piccole  dimensioni,  la
velocita' di calcolo e il prezzo basso fece di questa macchina
uno  dei piu'  ambiti computer  degli anni  80. Solo  nel 1983
riusci' ad essere contrastato da  un'altra valida piattaforma:
il  Commodore 64 che nonostante avesse i colori piu' sbiaditi,
il  processore   piu'  lento,   un  registratore   a  cassette
proprietario  (tra   l'altro  piu'   lento),  piu'   grosso  e
ingombrante e piu'  costoso,  riusci' a  battere  di  poco  le
vendite dello Spectrum grazie a una pubblicita' piu' massiccia
e una rete di vendita piu' capillare.
Un altro punto a vantaggio del Commodore (chiamato anche CBM o
semplicemente C64) e' stato  l'utilizzo di  un chip  audio (il
SID) che  solo nella versione  128 della Sinclair  fece la sua
comparsa  (in questo caso venne usato il piu' diffuso YM usato
anche dall'Atari e dall'MSX).
Oltretutto  il  C64  aveva  un  basic  molto  meno  potente  e
l'assembler della CPU non era molto  documentato. C'e' da dire
che avendo gia' due  porte  joystick  si  poteva  definire  un
computer   "pronto  all'uso".  Quanti  si  ricorderanno  delle
dispute  degli anni 80 e 90 "CBM VS Spectrum"... Secondo me il
Commodore era  una  ottima  macchina  per  giocare  mentre  lo
Spectrum era  piu' orientato alla  programmazione grazie anche
alla quantita' di programmi assemblatori,  ad un Basic evoluto
che sfruttava  quasi appieno  le risorse  della cpu,  ad altri
liguaggi  come il Forth disponibili a chi ne facesse richiesta
e a un hardware ben documentato che permetteva di attaccare al
bus di espansione veramente di  tutto.  Tra  le  scelte  tanto
criticate a  Clive  ci  fu  la  delicatissima  membrana  della
tastiera che col tempo, con l'utilizzo e aprendo semplicemente
il case, tendeva a danneggiarsi irreparabilmente cosi' pure la
mancanza   di  porte  joystick  fece  si'  che nacquero  molti
standard:  Protek, Agf, Fuller, Kempston, Sinclair... talvolta
alcuni giochi funzionavano con uno standard e si era costretti
a usare  la tastiera per  supplire a questa  mancanza. Solo il
Kempston  si affermo' come  vero standard e quasi la totalita'
dei  giochi  divennero  disponibili  per  quella  interfaccia.
Un'alto grave errore e' stata la mancanza di  uno standard per
i lettori floppy tanto odiati  dalla  Sinclair  fece  si'  che
nacquero  anche in questo campo numerose interfaccie del tutto
incompatibili tra loro: Opus Discovery, Disciple per citare le
piu' famose...  A Clive l'idea  dei floppy non e' mai piaciuta
tanto e'  vero  che  nel  QL  e  nel  successivo progetto  mai
realizzato   "Loki"   non   era   stata   proprio   presa   in
considerazione! Ma di questo parleremo piu' avanti...
Clive  sperava di imporre la propria idea al resto del mercato
ovvero i microdrives...  Si tratta  di microcassettine  con un
nastro continuo infinito (legato da  entrambe le estremita' in
modo contrario chiamato  anche "di  Moebius") che  giravano ad
altissima velocita' ma haime'  molto inaffidabili che talvolta
inceppavano il nastro... (quante imprecazioni!).
Nel 1983 usci' una versione piu' professionale  dello Spectrum
48K ovvero  il plus che a differenza  del primo aveva solo una
tastiera  piu' comoda con  tanto di barra  spaziatrice come la
intendiamo  noi.   Tre   anni   dopo   sbarco'   sul   mercato
l'alternativa "professionale" ovvero il QL. Si trattava di una
macchina con processore Motorola 68K (con indirizzamento 8 bit
pero'...  anche qui si tendeva a risparmiare!) molto economica
se  confrontata agli Apple e i primi pc!! Anche in questo caso
si  poteva collegare a un televisore a colori oltre ovviamente
a un monitor RGB.
La memoria di massa come detto prima era sempre l'inaffidabile
microdrive e la tastiera che finalmente aveva i tasti funzione
era sempre funzionante con la membrana fragilissima. Di sicuro
fu  una novita':  multitasking reale  e un rudimentale sistema
operativo   a   finestre   che   all'epoca   era   considerata
fantascienza! Purtroppo la  fretta di  far uscire  il prodotto
per schiacciare la concorrenza fece pubblicita' negative al QL
le  prime versioni soffrivano di gravi bug che costrinsero gli
acquirenti a  portare in assistenza il  loro computer nuovo di
pacca!
Il sistema  operativo pero' era davvero  potente e ne uscirono
numerose versioni.  Ideale  per  programmare  con  un  potente
SuperBasic  che fu una evoluzione  del basic e successivamente
con l'SMSQ/E lavorare come con un computer attuale.
Nello stesso anno l'alternativa  "giocosa"  presentata  fu  lo
Spectrum 128K:  piu' potente data la quantita' di  ram, con il
chip audio Yamaha, un basic piu' completo senza l'utilizzo dei
token e  un  menu  di  avvio  era  la  valida  alternativa  al
Commodore. Peccato che tutte  le  risorse  economiche  di  Sir
Clive, negli anni seguenti, vennero impiegate per un assurdo e
alquanto  ridicolo progetto:  il C5  ovvero un  buffo triciclo
elettrico  ingombrante e lento che ovviamente fu un vero flop.
L'intero progetto  Spectrum venne  ceduto all'Amstrad  che per
alcuni anni  continuo'  a  produrli  in  varie  versioni;  con
interfacce joystick  incorporate  e  registratore  a  cassette
inglobato nella  tastiera o con uno  strano e insolito lettore
floppy da  3 pollici ereditato  dai CPC: anche  in questo caso
l'Amstrad volle seguire le tracce di Zio Clive volendo imporre
uno  standard  proprietario  ma  rivelandosi  poi  una  scelta
fallimentare.
Il  QL dall'Amstrad venne definitivamente abbandonato ma venne
poi  ripreso a parte  un progetto di  scheda madre compatibile
chiamata  Aurora e successivamente QXL come scheda da inserire
in un pc con processore  68K. L'ultima evoluzione  e' stato il
Q40/60 (www.q40.de) che sta  ancora  sopravvivendo  per  pochi
appassionati sottoforma di "pc" con tanto di SMSQ/E/SuperBasic
QDOS  e Linux (!!!). Intanto nel 1988 Sir Clive Sinclair oltre
ad impegnare le proprie  risorse  economiche  sulla  C5,  ebbe
"nostalgia" dell'informatica e  decise  di  produrre  uno  dei
primi  computer  "portatili"  programmabili:  forse  il  primo
portatile della storia nel senso stretto: il Cambridge Z88 (il
marchio Sinclair ormai era stato venduto all'Amstrad).
Tornando  ai nostri "mostriciattoli"... Negli anni 90 Sincliar
avrebbe dovuto inventare il  Loki:  un  computer  che  avrebbe
dovuto esser  prodotto dalla Sinclair  per contrastare l'Amiga
ma mai prodotto  a  causa  della  cessione  dei  progetti  dei
computer ad Amstrad. Tale computer fu in pratica realizzato in
parte con il Sam Coupe' che in  Italia non credo sia mai stato
distribuito.  Si trattava  di un  computer compatibile  con lo
Spectrum  e  dotato  di  Z80  ma  con  una  modalita'  grafica
particolare ad alta  risoluzione, 256  colori e  finalmente un
floppy reale  inglobato nella tastiera.  Intanto l'Amstrad per
vendere  i propri  prodotti li  marchio' Sinclair  sperando di
ricalcare il successo ottenuto dallo zio Clive ed ecco nascere
il  Sinclair PC200: un 8086 con Dos e grafica CGA. E' nero con
scheda madre  dentro la  tastiera con  floppy disk  che sembra
molto  un incrocio tra uno Spectrum e un Amiga o Atari. Il suo
successore e' l'APC  386  che  si  tratta di  un  normalissimo
Amstrad bianco con solo il logo Sinclair.